Recentemente è stata introdotta una rinoplastica non chirurgica che con l'uso dei fillers migliora la forma del naso (rinofiller). Con il rinofiller si tratta di effettuare modifiche limitate al riempimento dell'angolo naso-frontale in modo che la gobba del naso sia meno evidente. Si tratta di modifiche che vanno effettuate con prudenza da specialisti seri. Infatti, nella rinoplastica non chirurgica, le infiltrazioni di materiali estranei nei tessuti molli del naso può arrecare problemi, allo stesso modo di quanto può avvenire nel trattamento delle rughe. Si consiglia quindi vivamente di non accettare mai l'impiego dei cosiddetti fillers semipermanenti e tanto meno definitivi e di richiedere specificatamente che vengano iniettati materiali biocompatibili.
Materiale da sempre usato per correggere problematiche nasali successive ad interventi troppo demolitivi o perdite di natura traumatica è la idrossiapatite di calcio, la calcitite. Oggi un materiale a base di microsfere di questo materiale disciolte in un gel acquoso è stato introdotto dagli Stati Uniti e risulta particolarmente adatto a questo impiego. Il materiale, radiesse, va iniettato in profondità subito sopra il periostio.
Sconsigliamo invece il Bioalcamid che qualche medico propone perché può dare effetti collaterali anche molto spiacevoli. L'utilizzo di materiale autologo prelevato dalla stessa persona richiede un piccolo intervento ma oltre a garantire un risultato stabile nel tempo rimane ancora più affidabile. Del resto la modifica possibile con la rinoplastica non chirurgica (o rinofiller) è limitata, anche se in alcuni casi apprezzabile. Il naso resta sempre della stessa grandezza e della stessa forma. Si tratta in pratica di un camouflage.
|